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IMPIANTI SPORTIVI A VALGUARNERA: UNA PROPOSTA
di
Carmelo Giarrizzo
Il Consiglio
Comunale valguarnerese, ha recentemente
consumato, forse con la buona fede che non mi sento di riconoscere alla Giunta
che ha proposto il provvedimento, l’ennesimo misfatto nei confronti dello Sport
e della A.S. Pro Sport ’85.
Il riferimento è
al recente atto deliberativo con il quale si è provveduto ad effettuare
l’assestamento di bilancio dell’esercizio finanziario 2001 e che, in
particolare, ha visto innalzare la voce “Contributi ad associazioni sportive e
culturali” da £. 60.000.000 a £. 110.000.000.
A prima vista
potrebbe sembrare un provvedimento da salutare con entusiasmo e come un atto di
estrema sensibilità nei confronti delle associazioni che svolgono l’attività
sportiva di base e promozionale a Valguarnera.
In realtà la
valutazione va fatta portando per un momento indietro l’orologio della
memoria e della microstoria locale.
Chi opera o si interessa del settore ricorderà che l’estate sportiva 2001 è stata segnata a Valguarnera, piuttosto che dai risultati agonistici degli atleti nostrani, dalla polemica relativa ai lavori che, permettendo l’allargamento del campo di giuoco destinato ad ospitare le gesta della locale squadra che aveva “trionfalmente conquistato” il diritto a disputare il campionato di Promozione 2001-2002, hanno, nel contempo, fatto letteralmente sparire la gran parte dell’impianto destinato alla pratica dell’atletica leggera.
Una cervellotica decisione dell’Amministrazione Comunale, fomentata da alcuni pseudo-sportivi, dalla quale è scaturito un dibattito alimentato da spunti e stoccate provenienti anche dal sottoscritto.
La Pro Sport ’85, in seno alla quale ho svolto un ruolo non secondario per quasi due decenni e per la quale, in veste di dirigente, mi adopero per mantenere viva una tradizione consolidata, ha ritenuto, allo scopo di rendere chiaro quale era il patrimonio sportivo che si è tentato di cancellare e, allo stesso tempo, per cercare di perpetuare ed alimentare una cultura sportiva che ha da sempre contraddistinto questa Associazione, di mettere in atto una serie di iniziative utili a tal fine.
Una di
queste è la pubblicazione on-line dell’Albo d’oro dell’Associazione Sportiva
Pro Sport ’85 (consultabile all’indirizzo http://www.valguarnera.com/fidalenna/ALBO_prosport2.htm
all’interno dello spazio riservato alla
federazione di atletica leggera provinciale ospitato nell’ormai variegato ed
articolato sito che gentilmente accoglie anche il presente scritto). In essa si
raccontano, in maniera ovviamente stringata e con la freddezza, spesso arida,
dei numeri, 17 anni di successi in campo nazionale e regionale ottenuti da una folta schiera di atleti
tutti (ad eccezione di due) rigorosamente “paesani”. L’elencazione di vittorie
e piazzamenti di elevato valore nazionale e regionale non vuole significare che
non ci sono mai state sconfitte. Anzi qualora si volessero elencare tutte
queste ultime necessiterebbe uno spazio notevolmente più ampio. Ma tutti gli
insuccessi sono sempre stati la molla per inseguire ancora più accanitamente un
risultato migliore nella successiva occasione. A dimostrazione che ogni singola
vittoria celebrata nell’Albo d’oro è stata fonte di fatica, sudore, sacrifici
enormi e, qualche volta, di lacrime.
E per questo
rode ancor di più la insensibilità dimostrata dagli artefici della
cancellazione della pista di atletica leggera del campo di Via S. Elena. Perché
se è vero che tale impianto era oltremodo fatiscente è altrettanto innegabile
che grazie a questo tanti atleti hanno
avuto la possibilità di allenarsi e di affinare il loro talento poi sbocciato con le affermazioni riassunte
nell’albo citato.
Ma già da tempo giungevano segnali premonitori che lasciavano intendere come tale impianto fosse “d’impaccio”. E d’altro canto la stessa Pro Sport ’85 (nonché le persone che la rappresentano) non sembra essere mai stata particolarmente gradita agli amministratori locali ed ai loro “consiglieri sportivi”.
Sia come sia uno dei due risultati che si voleva raggiungere (la scomparsa del pistino per l’atletica leggera) è stato raggiunto con disarmante faciloneria e con un’azione proditoria.
Il secondo (ridurre al silenzio chi non condivide certe scelte “poco accorte” e trasfigurare la realtà dei fatti) è stato fallito miseramente.
E infatti con questo scritto vorrei anche mettere in chiaro alcune affermazioni, utilizzate per sostenere la bontà della scelta di migliorare (sic!) un impianto distruggendone un altro, le quali si sono rivelate spesso artatamente tendenziose e, qualche volta, vere e proprie stupidaggini.
Si è detto, ad
esempio, che i dirigenti della Pro Sport ’85 fossero consenzienti
all’espletamento di tali lavori. Non penso sia difficile credere che tali
affermazioni siano state del tutto strumentali, oltre che false.
In realtà la Pro
Sport ’85 ha potuto (e di fatto dovuto) semplicemente prendere atto della ferma
e decisa volontà dell’Amministrazione Comunale di intraprendere i lavori così
come sono poi stati realizzati, mentre alle proposte avanzate dalla stessa Associazione,
tendenti ad una soluzione di compromesso, non è stata prestata attenzione.
Peraltro,
l’Assessore allo sport Enzo Asaro, in un
pasticciato tentativo teso a
giustificare il suo operato, è giunto ad affermare, in quell’occasione,
a mezzo stampa che “qualcuno”, piuttosto che il dialogo, aveva cercato la
polemica confondendo i problemi dello sport con la politica. Posto però che
l’Assessore non poteva certo pretendere che chi veniva penalizzato e trattato
come un abusivo che doveva sloggiare dal campo sportivo rispondesse con un
applauso di convinta e sincera ammirazione per il suo operato (peraltro
dialogare con chi ti ha appena inferto un colpo quasi mortale è esercitazione
alquanto complicata e, di solito, esiziale), credo che si possa tranquillamente
affermare che anche i problemi dello sport (e degli impianti sportivi) sono
problemi della “polis” e, in quanto tali, assumono, appunto, valenza politica
tanto per gli amministrati, che tali problemi vivono quotidianamente, quanto
(sarebbe auspicabile) per l’amministratore della cosa pubblica.
Certamente non è
compito delle società sportive entrare nel merito delle scelte politiche ma
rientra certo nei loro doveri (oltre che rappresentare un loro diritto)
valutare e, se del caso, contestare le scelte che riguardano le problematiche
tipiche dello sport anche se ciò può dare fastidio ai politici.
E’ indubbio,
comunque, che gli Amministratori che hanno gestito la vicenda “campo sportivo”
non hanno mai corso il rischio di confondere i problemi dello sport con la
politica in quanto si sono occupati dei primi solo in pochi sciagurati casi e
non hanno dimostrato di avere uno spiccato senso della politica (nel senso
letterario ed originario del termine, avendone mantenuto solo quello
deteriore).
Con l’occasione
non posso esimermi dal cercare di chiarire una piccola controversia di natura
“lessicale”.
Si è registrata,
infatti, nel corso della “querelle campo sportivo”, una levata di scudi da
parte del Presidente della Pol. Valguarnera, culminata in una “appassionato
intervento” raccolto da una pubblicista de “La Sicilia” (che se non erro è
anche dipendente comunale….) circa una supposta frase offensiva che la Pro Sport ’85 avrebbe trascritto su
un manifesto murale. La frase incriminata, relativa al campionato di Promozione
disputato da tale società nella
stagione 2001-2002, recitava che tale categoria era stata “conquistata per
grazia ricevuta e non per meriti sportivi”.
Il “Grande
Dizionario Garzanti della Lingua Italiana” (Ed. 1994) definisce grazia “la concessione straordinaria di qualcosa
che è stato richiesto ad un’autorità superiore”; mentre il verbo ripescare
è definito dal medesimo testo come il “recuperare
qualcosa che si era perso”. Orbene, che la Pol. Valguarnera abbia ottenuto
l’accesso al Campionato di Promozione in quanto è stata accolta una sua richiesta di ripescaggio resta un fatto
incontrovertibile. Che poi la F.I.G.C., tra tutte le squadre che ne avevano
fatto richiesta, abbia stilato una graduatoria di merito non mi pare che cambi
la sostanza delle cose: e cioè la
concessione di una promozione non acquisita sul campo dato che la vittoria nei play-off garantiva soltanto la
possibilità di richiedere e di potere usufruire della “grazia” (nel senso più su riportato) peraltro, poi, ricevuta.
Ciò che è risultato evidente è
stato il comportamento incoerente e poco edificante di diversi dirigenti della
Pol. Valguarnera che, in precedenza, avevano spesso denigrato gli
amministratori comunali incapaci, a loro dire, di affrontare, in particolare, i
problemi del mondo dello Sport e che, successivamente all’avvenuta distruzione
del pistino per l’atletica leggera, salutata da tali dirigenti come una
liberazione, li hanno, invece, quasi beatificati per la “brillante” soluzione
(che a parer mio, invece, ha dimostrato
tutta la loro superficialità ed insipienza).
Ma si sa la dignità non è patrimonio di tutti e si può facilmente comprare. Magari con la congrua compartecipazione alle spese per l’annata calcistica in corso.
Il Presidente
della Pol. Valguarnera ha affermato, inoltre, che la Pro Sport ’85 ha scatenato
la polemica sulla vicenda in questione per nascondere le cause del proprio
fallimento.
L’Albo d’oro della Pro Sport ’85 è la
migliore risposta che si può dare ad un’affermazione incredibile (avrei voluto
usare una definizione spesso utilizzata dal “Trio Medusa” nel corso della
trasmissione in onda su Italia Uno “Le Iene”). Se infatti (11) undici titoli
nazionali, 2 (due) maglie azzurre, 72 (settantadue) titoli regionali, 6 (sei)
record regionali, 26 (ventisei) presenze nelle varie rappresentative nazionali
e regionali e oltre 100 (cento) piazzamenti sul podio in campionati italiani e
siciliani costituiscono un fallimento ci auguriamo di potere avere ancora tanti
anni altrettanto disastrosi. D’altro canto la medesima Polisportiva, (al quale
presidente si ricorda che due titoli nazionali e tre regionali sono stati
conquistati nel solo anno 2001 che, tra l’altro, anche secondo la valutazione
tecnica effettuata all’interno della Pro Sport è uno dei più scadenti della
storia sportiva di tale Associazione), per raggiungere risultati almeno
paragonabili a quelli della Pro Sport ’85 dovrebbe vincere quantomeno un
campionato di serie C.
Cosa, peraltro,
del tutto auspicabile se non si temesse per i proprietari degli immobili che
sorgono attorno alla cinta muraria del campo di Via S. Elena i quali potrebbero
essere costretti, in tale eventualità,
a procurarsi un’altra dimora dato che (specie se a quell’epoca gli
amministratori dovessero malauguratamente essere quelli che hanno gestito la
vicenda di cui si sta trattando) si provvederebbe ad abbattere tali case per
costruire uno stadio da ventimila posti: pena l’inammissibilità al campionato
superiore.
Quanto, infine,
alla credibilità dei dirigenti della Pol. Valguarnera (affermazione tirata in
ballo dall’immarcescibile Presidente di tale società nell’intervento citato) se
questa voleva essere un’affermazione relativa alle persone che dirigono tale
associazione poste a confronto con quelle che dirigono la Pro Sport ’85 mi
astengo da ogni commento lasciando interpretare alla gente comune se e chi sia
più o meno credibile e degno di stima. Se invece l’affermazione era tendente
semplicemente a sottolineare la capacità di aggregazione di praticanti sportivi
e la passione nel coltivare i talenti locali il giudizio può essere lasciato, a
titolo esemplificativo, ai giovanissimi calciatori ed ai loro istruttori che,
avendo praticato il calcio in seno alla Pol. Valguarnera nel corso dell’anno
2001, sono, adesso, scappati in massa verso un’altra associazione
(l’Avis Valguarnera) che mira realmente alla promozione dell’attività sportiva
dei ragazzi LOCALI.
Un’ultima
precisazione di carattere strettamente personale. Il presidente della Pol.
Valguarnera mi ha definito “preparatore atletico”. Premesso che, non essendo
come lui così suscettibile, non reputo tale “qualifica” per nulla offensiva,
ritengo, però, necessario chiarirgli che ho avuto la fortuna (oltre che la
pazienza, la passione e, perché no, la bravura) di acquisire un diploma (dopo
quelli già ottenuti precedentemente seguendo tre corsi propedeutici a quello
citato) di Allenatore Specialista rilasciato dalla Scuola Nazionale di Atletica
Leggera dove ho frequentato per due anni l’apposito periodo di formazione ed
avere discusso la prescritta tesi di diploma. A voler confrontare tale titolo
con quello in possesso dei tanti allenatori che negli anni si sono succeduti
sul libro paga della Pol. Valguarnera, si potrebbe pensare (senza alcun intento
offensivo) alla differenza che corre tra una laurea e la licenza elementare. A
volere essere più precisi, immaginando che il Presidente non abbia particolare
dimestichezza con lo Sport dato che si occupa solo di calcio, tale titolo
potrebbe paragonarsi al tanto decantato diploma che acquisiscono gli allenatori
di serie A di calcio frequentando il cosiddetto supercorso di Coverciano.
Tornando alla narrazione dei fatti, scusandomi per la divagazione su aspetti non strettamente connessi col problema che si vuole trattare, va riferito dell’ormai ex Assessore allo Sport E. Asaro che, all’inizio di ottobre 2001, con una iniziativa che aveva compiaciuto, nonché sorpreso, i dirigenti della Pro Sport ‘85, aveva convocato gli stessi presso il campo sportivo di Via S. Elena per verificare la possibilità di rifare, almeno in parte, il pistino che era stato eliminato in precedenza (un atto di pentimento?) e che, in quella stessa occasione aveva promesso il suo impegno a ricercare, proprio in sede di assestamento di bilancio, i fondi necessari per tale opera. In quell’occasione il predetto Assessore si era detto particolarmente ottimista circa la possibilità di riuscire a reperire almeno la somma di £. 50.000.000.
Bene i soldi
sono stati trovati ma per essere destinati non alla costruzione o al completamento
degli impianti sportivi bensì a varie associazioni, sportive e non.
E, per una mera
“casualità”, l’associazione sportiva verso cui è confluita la fetta più
consistente di quei soldi è stata la Pol. Valguarnera che aveva già beneficiato
di un trattamento di riguardo allorché era stata fatta l’improvvida scelta di
distruggere un impianto a favore di un altro ed alla quale, pare, la G. M. si
era già premurata di elargire una consistente contribuzione straordinaria.
Se la volontà è quella, data la scarsità di risorse
economiche che vengono destinate alle attività sportive, di sostenere
esclusivamente la squadra di calcio
militante in Promozione “orgoglio dello Sport valguarnerese” (che come
tutti sanno ha sfornato fior di talenti locali….) allora non resta (come già
qualche associazione sportiva ha dovuto fare, per carenze di impianti e
finanziamenti) che ridimensionare drasticamente le proprie attività.
Due prime riflessioni si possono ricavare da quanto su esposto: a) la totale sconfessione dell’Assessore allo Sport E. Asaro e b) la precisa sensazione che alcuni pseudo – sportivi, anche all’interno delle nostre istituzioni comunali, si siano arrogati il diritto di decidere la politica sportiva comunale in barba alle esigenze reali della popolazione sportiva riuscendo ad omologare le volontà dei centri decisionali della Amministrazione cittadina.
Non è facile riuscire ad arginare un fenomeno deteriore che se tale è nell’ambito di una attività, quella sportiva, che, pur importante, non rappresenta certo uno dei problemi più pressanti della vita locale, diventa allarmante qualora tale tendenza si dovesse riscontrare (forse già si verifica ma non voglio ulteriormente divagare) nella gestione di problemi che interessano una larga maggioranza di cittadini.
Non si può che auspicare un
ripensamento delle autorità locali, il Sindaco e l’Assessore allo Sport
innanzitutto. E sperare che, nell’ambito della loro autonomia decisionale,
prima di procedere all’effettiva distribuzione dei contributi sportivi alle associazioni
operanti a Valguarnera, provvedano a stornare una parte di tali contributi per
il ripristino di quanto precedentemente distrutto oppure, se proprio non si
vuole rifare il pistino di atletica leggera in quanto “fastidioso”, al
completamento della nuova palestra
comunale che non può aprire i
battenti perché carente sia dell’impianto elettrico che di quello di
riscaldamento. Senza dire che i famosi 50.000.000 potevano essere più
responsabilmente utilizzati anche in favore di opere necessarie per le strutture
utilizzate dagli stessi patiti del pallone dato che il campo di Via S. Elena è tuttora inagibile per i pubblici
spettacoli (quali sono di fatto le partite di calcio che
settimanalmente vi si svolgono con presenza di pubblico) e nessuno si pone tale
problema come uno di quelli da affrontare con urgenza anche alla luce delle
responsabilità che da ciò potrebbero derivare sia per gli Amministratori che
per gli organizzatori degli eventi sportivi.
Nell’ottica di
un più oculato utilizzo delle risorse economiche destinate allo Sport andrebbe
seriamente valutata una soluzione che da tempo ho cercato di porre
all’attenzione di vari Assessori allo Sport: utilizzare una quota (il 50 % per esempio) dei contributi destinati nei prossimi cinque anni ai sodalizi sportivi
per la costruzione od il completamento degli impianti sportivi. In tale
modo si potrebbero, a parità di stanziamento di bilancio, recuperare, a costo
zero, circa 250.000.000 (circa 130.000 Euro); una somma non indifferente che,
altrimenti, solo a fronte di elevati oneri finanziari potrebbe essere reperita
attraverso canali diversi di finanziamento.
A parer mio
questo sarebbe un modo intelligente per un investimento produttivo delle
risorse a disposizione. Se, infatti, è essenziale far sopravvivere le società
sportive contribuendo alla loro attività ordinaria è ancora più importante
garantire loro impianti sportivi dotati delle caratteristiche essenziali per
potere essere ritenuti tali (e a Valguarnera, in atto, non ne esistono). Si
tratterebbe di un necessario riequilibrio degli interventi che dovrebbero
favorire maggiormente quelli relativi alle strutture piuttosto che quelli,
spesso aleatori, di tipo assistenziale.
Tale proposta, ovviamente, farà strepitare taluni personaggi che letteralmente “vivono” di calcio i quali, con i dovuti mezzi persuasivi, non permetteranno all’A. C. l’attuazione di una tale diversa politica di utilizzazione dei fondi di bilancio.
Da parte mia
posso assicurare che l’Associazione
sportiva Pro Sport ’85 è senz’altro unilateralmente
disponibile, indipendentemente dalle volontà altrui, a finanziare, con i
fondi derivanti dai contributi che le saranno destinati dal Comune di
Valguarnera, un qualsivoglia progetto esecutivo tendente agli obiettivi più su
precisati.
Pur essendomi, forse in maniera eccessiva, dilungato nella puntualizzazione di “certe piccole questioni rimaste, precedentemente, in sospeso” vorrei sottolineare che con questo scritto intendo, più che riaprire vecchie polemiche od attizzare nuove sterili diatribe, aprire la mente, piuttosto, al dibattito costruttivo.
Qualche proposta , discutibile, forse, ma certamente fattiva è stata avanzata.
Le attività
future della Pro Sport ’85, sia pure in mezzo alle difficoltà derivanti dalla
inesistenza di impianti, saranno come sempre rivolte alla promozione dello
Sport e del sano agonismo. In quest’ambito una delle prossime iniziative sarà
la riedizione per il secondo anno consecutivo del “Memorial Michela Ilardi”
manifestazione di atletica aperta agli alunni della scuola media che nella
prima edizione dello scorso anno ha visto la partecipazione di un elevato
numero di atleti-studenti. Certo ci si dovrà adattare a far correre i
partecipanti sul polveroso fondo del campo di calcio. Ma ci adatteremo sperando
di non incorrere nei fulmini dei “legittimi proprietari” (!!??)
del “S.Elena”.
Sempre in tema di promozione sportiva, poi, il neonato Consorzio delle Società Sportive è da salutare con autentico entusiasmo. Un’altra iniziativa per la cui realizzazione la Pro Sport ’85 è stata tra i principali attori, di concerto con tutte le società sportive più sane.
Tale Consorzio, sul quale mi auguro di potermi soffermare fra qualche tempo con maggior dovizia di particolari, mira a divulgare la cultura sportiva nei giovani locali ed intende prodigarsi per migliorare le strutture e gli impianti sportivi del nostro paese ed a coinvolgere in maniera massiccia verso la pratica sportiva un gran numero di potenziali praticanti.
Resta solo da verificare se esistono interlocutori presso le istituzioni pubbliche che abbiano la volontà e l’intelligenza di recepire o anche di contestare le proposte precedentemente illustrate e di porsi quali partners fattivi e collaborativi delle iniziative della associazione di cui sono dirigente o di quelle di altre che, come la Pro Sport ’85, si prodigano per diffondere la passione per la pratica dello Sport
Sarebbe il segno di una svolta nel modo di pensare e di amministrare dei rappresentanti delle istituzioni locali che servirebbe ad attenuare un giudizio nei loro confronti che, in materia di sport, allo stato attuale, non può che essere negativo.
Carmelo GIARRIZZO