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SALVARE VALGUARNERA
Per ragioni di sopravvivenza, intere famiglie, ragazzi e ragazze abbandonano Valguarnera verso i centri del nord Italia.
Cosi’ ,
privi delle forze migliori si chiude la
porta al futuro di un’intera comunita’. Con il
prossimo censimento della popolazione residente, Valguarnera scendera’
sotto gli ottomila abitanti e sara’ composta per lo piu’ da persone anziane. Si
prevede che nel giro di due anni, quando avra’ termine la cassa integrazione a
cui sono attualmente soggetti centinaia di lavoratori, assisteremo ad una
ulteriore ondata di emigrazione. L’unica cosa che e’ stata aperta in questi
ultimi anni, e’ un circolo per anziani.
Intanto
chiudono le fabbriche(Dalcos, Maestri Siciliani e Isca), chiudono i
servizi(Esattoria, Ufficio di collocamento e Laboratorio analisi). Hanno chiuso
persino i servizi igienici. Vengono abbandonati gli immobili comunali(Asilo
Nido, Centro culturale polivalente, l’ex Mattatoio, palazzo Prato di via
S.Liborio, piazza Barbarino etc...). Il serbatoio dell’acqua potabile del
quartiere “Vasca”, rischia di crollare.
L e
poche opere portate avanti o completate(Istituto Professionale, palestra
comunale, Largo Litteri e la
ristrutturazione della scuola Don Bosco), sono state progettate e finanziate
negli anni ottanta. Lo stato di alcuni servizi e’ sotto gli occhi di tutti.
Vedi Nettezza urbana e gestione del
traffico stradale. Il modo in
cui, di recente, sono state rattoppate con l’asfalto diverse strade del centro
abitato, evidenzia il disprezzo degli
amministratori verso il loro paese. Questo e’ lo stato in cui caduto il Comune
di Valguarnera e le previsioni per il futuro sono ancore piu’ nere, visto che
non si prevede niente di buono, anzi, a quanto pare, qualcuno vuole infliggere
il cosidetto colpo di grazia ai valguarneresi, minando la salute dell’intera
cittadinanza. Nell’ultimo periodo, dai
giornali, apprendiamo che nell’area di
Floristella vengono scaricati materiali altamente inquinanti, mentre in contrada
Mulinello vogliono scaricare la spazzatura prodotta da ben 36 comuni
appartenenti alle province di Enna e Caltanissetta.
Ora,
visto che in politica non bisogna credere alle coincidenze, tutto fa pensare ad
un disegno ben preciso che mira a fare di Valguarnera e del territorio
circostante la pattumiera dell’ennese.
Fatte
queste considerazioni, dobbiamo rassegnarci al destino che ci hanno assegnato
gli altri o dobbiamo reagire e lottare per salvare Valguarnera?
Io dico
che bisogna lottare e prepararci da subito alla battaglia, prima che si arrivi
al punto di non ritorno.
E’
possibile, guardando alle nostre risorse umane, alla nostra cultura, alle
nostre tradizioni, al nostro clima e alla nostra posizione geografica, mettere
su un progetto ambizioso per il rilancio dell’economia e dello sviluppo del
Comune?
Turismo,
artigianato, agricoltura, servizi, etc..., possono farci sperare in un futuro
migliore?
Nessuno,
da solo, puo’ pensare di avere le risposte giuste in tasca. Ma una cosa e’
certa; per tentare di mettere su un grande progetto e per realizzarlo, bisogna
creare alcune condizioni indispensabili:
1) Fare
recepire a tutte le forze politiche, economiche e sociali la gravita’
della situazione;
2)
Porre fine agli odi, ai rancori e alle vendette che hanno diviso una
classe
dirigente mediocre e miope;
3)
Accordo generale sul “Grande Progetto” e impegno di tutti nella lotta
per la sua realizzazione, a prescindere dai
ruoli di maggioranza o di
opposizione;
4)
Coinvolgere forze giovani nella vita politica ed amministrativa, visto che
occorre lavorare per decenni.
SALVARE
VALGUARNERA, deve diventare l’obiettivo di tutti i cittadini, a partire dai
bambini delle scuole. Solo cosi’ possiamo aprire la strada alla speranza.
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