GLI OPERAI DELLA SIPEM OCCUPANO LA STAZIONE FERROVIARIA DI DITTAINO

30-01-2003 Hanno dissepolto l’ascia di guerra i 72 dipendenti della Sipem che stamattina hanno occupato la stazione ferroviaria di Dittaino, impedendo il passaggio di alcuni treni. Stufi delle tante promesse non mantenute, i dipendenti del tubificio che sorge nell’area industriale del Dittaino, hanno così deciso di passare ai fatti, nel tentativo estremo di difendere il loro posto di lavoro.Dallo scorso mese di maggio i 72 dipendenti sono in cassa integrazione, perché la loro azienda che produce tubi di cemento precompresso, utili per le condotte idriche, non ha più commesse. Un enorme paradosso se si pensa alla grave emergenza idrica che imperversa da tempo in Sicilia, anche per la mancanza di numerosi acquedotti. La mobilitazione di oggi, con il conseguente blocco della linea ferroviaria, è scaturita dopo l’assemblea sindacale, tenutasi nel sito produttivo della Sipem, che dista poche centinaia di metri dalla stazione di Dittaino. I 72 dipendenti si erano riuniti con le rappresentanze sindacali, per sapere quali novità erano scaturite dopo l’incontro pre natalizio che si era svolto a Palermo. In quella data, alla presenza del presidente della regione, Totò Cuffaro, del presidente della task force per l’emergenza idrica, Cianciolo e dei   presidenti dei consorzi industriali di Catania e Siracusa, era stato deciso di affidare alla Sipem, le commesse riguardanti la costruzione delle rete idrica nella zona etnea e in quella aretusea. Purtroppo alle parole non sono ancora seguiti i fatti e alla Sipem, e ancora tutto fermo. Stamattina, i sindacalisti Velardita (Cgil), Lunardo (Cisl) e Mudaro (Uil), hanno confermato lo stato di stallo, a pochi giorni dalla scadenza della cassa integrazione ordinaria che terminerà il prossimo 8 febbraio. Ci hanno detto che dopo l’otto febbraio sarà difficile, ottenere una nuova C.i.g, e che di conseguenza sarà avviata la procedura di mobilità, ci dice uno degli operai. Le commesse, promesse prima di natale, dovrebbero garantire al tubificio del Dittaino, lavoro per altri quattro anni. Per tale ragione, sino a pochi giorni addietro, alla Sipem, si parlava di altre assunzioni che garantissero la copertura del ciclo produttivo a pieno regime. Ed invece ancora non c’è nulla di tutto ciò.

I presidenti dei consorzi industriali di Catania e Siracusa, avevano garantito la riconversione dei progetti riguardanti il potenziamento delle reti idriche delle loro aree produttive, in maniera tale da inserire nelle specifiche di progetto il tubo denominato C.a.p. che si produce nello stabilimento industriale del Dittaino. Ancora però, a quanto pare, non esiste nessun documento che certifichi la riconversione dei progetti e l’affidamento delle commesse alla Sipem. I 72 dipendenti si sentono abbandonati al loro destino, ma non per questo hanno deciso di mollare. Dopo l’occupazione di oggi, della stazione ferroviaria di Dittaino, per domani, si sono dati appuntamento al quadrivio di Enna Bassa. Secondo alcuni, le maestranze della Sipem, potrebbero persino occupare l’autostrada A19 Palermo- Catania, nel tentativo di dare maggiore risalto alla protesta. I dipendenti della Sipem, al momento si sentono traditi da tutti ed hanno mal digerito la notizia trapelata qualche tempo addietro che confermava l’affidamento, da parte della regione Sicilia, di alcune commesse per la costruzione di numerosi chilometri di condotta idrica ad imprese francesi che producono tubi in ghisa, meno adatti e più costosi dei tubi in cemento precompresso prodotti a Dittaino. 

 

SCHEDA:

La Sipem è stato il primo stabilimento produttivo ad insediarsi, anni addietro, nell’area industriale del Dittaino. Il ciclo produttivo iniziale che occupava circa 150 dipendenti, prevedeva la costruzione di tubi di cemento precompresso per uso acquedottistico e pali per l’elettrificazione. Le vicissitudini del tubificio, sempre per la mancanza di commesse, iniziano nel 1996.

Arcangelo Santamaria