Si tinge di giallo la vicenda riguardante la costruzione di
un impianto, nella zona industriale di Dittaino, che dovrebbe produrre energia
sfruttando, come fonte primaria, i rifiuti.
Lo scorso mese di luglio,
notizie frammentarie sulla possibile creazione di un megainceneritore di rifiuti
nella vicina Valle del Dittaino, che dista poco meno di cinque chilometri da
Valguarnera, avevano generato allarme nella comunità locale. Alcune forze
politiche appartenenti alla Casa delle Libertà insieme ai rappresentanti del
Nuovo Psi e di Democrazia Europea, preoccupate dalle notizie apprese, avevano
chiesto un immediato incontro ai rappresentanti dell'amministrazione comunale.
A fine luglio il vertice tenutosi presso il Palazzo di Città si era concluso
con l'impegno da parte del governo cittadino di contattare i responsabili dell'Asi
della Valle del Dittaino per avere ulteriori informazioni e stabilire un
incontro per esaminare eventuali documentazioni.
L'incontro previsto non si è tenuto, trasformandosi in un rapporto epistolare
tra le parti interessate. Qualche giorno addietro, il sindaco Pippo Gallo, con
una missiva inviata a tutte le segreterie politiche e a tutti i consiglieri
comunali, riferiva la risposta ricevuta dall'Asi della zona industriale di
Dittaino, datata 6 agosto: «Questo ente non è in possesso di nessun progetto
per la realizzazione di un impianto per l'incenerimento dei rifiuti e, inoltre,
dagli atti esistenti, non risulta che l'amministrazione consortile abbia
assegnato un lotto per le stesse finalità». Allarme rientrato? No. Anzi la
questione si complica ulteriormente. A suscitare nuovo clamore e conseguente
preoccupazione è l'ordinanza commissariale del 19 giugno 2001, pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 34 della Regione siciliana del 6 luglio 2001, nella quale
si afferma che nell'area Asi è stata localizzata una zona in cui sorgerà un
impianto per la produzione del combustibile derivato dai rifiuti. Nell'ordinanza
si stabilisce anche che in quest'area scaricheranno i loro rifiuti ben 36 Comuni
facenti parti dell'A.t.o. n. 5. Insomma, una megadiscarica al centro della
Sicilia.
Il segretario del Nuovo Psi, Carmelo Arena, dalla cui sezione è partito
l'allarme, dice: «L'evolversi della vicenda dimostra la validità della nostra
segnalazione e la fondatezza delle nostre preoccupazioni. Il contenuto della
Gazzetta Ufficiale alimenta un clima già carico di tensioni e sospetti. Rinnovo
l'invito a tutte le forze politiche ad impegnarsi concretamente nell'interesse
della collettività». Il consigliere comunale di De, Gaetano Parisi, spiega: «La
lettera che abbiamo ricevuto è smentita dal contenuto della Gazzetta Ufficiale
in cui si evince che in data 10 aprile 2001 i rappresentanti del consorzio Asi
hanno individuato e proposto all'ufficio del Commissario delegato, una zona per
la realizzazione dell'impianto di produzione di combustibile da rifiuti in
un'area interna al perimetro del P.r.t. del consorzio Asi della provincia di
Enna, pari a 17.000 metri quadri, avallata e riconfermata con nota del 4 giugno
2001, con la quale il presidente del consorzio Asi di Enna conferma
l'individuazione dell'area già proposta e addirittura amplia l'estensione del
sito a 20.000 metri quadri». Parisi, con documenti alla mano, aggiunge: «Adesso
siamo maggiormente preoccupati perché si ha la sensazione di volere a tutti i
costi realizzare l'impianto con l'avallo tacito di alcune forze politiche
valguarneresi, a danno e discapito della collettività. Per tale ragione,
d'accordo con le forze di opposizione, abbiamo chiesto la convocazione in seduta
straordinaria e urgente del Consiglio».
Arcangelo Santamaria