Dopo 5 anni la scomparsa di Filippo Di Pane resta un giallo
Non ci fu favoreggiamento
Assolto Giovanni Barone rinviato a giudizio per 2 volte

Giovanni Barone, di 32 anni di Valguarnera, e ivi abitante, era stato rinviato a giudizio per la seconda volta dal procuratore della Repubblica dell'allora Pretura circondariale di Enna, dott. Pasqualino Bruno, per il reato di favoreggiamento personale. L'imputato assistito dall'avv. Antonio Impellizzeri di Valguarnera è stato assolto dal giudizio monocratico del Tribunale di Enna, Alessia Solombrino, che lo ha ritenuto non punibile.
Si tratta di una lunga storia iniziata il 20 marzo 1995, quando a Valguarnera scompariva nel nulla lo studente Filippo Di Pane, allora di 21 anni. Lo studente Filippo Di Pane parcheggia la sua auto nel corso principale di Valguarnera, via S. Elena ed entrò pure in un bar consumando una bibita. Poi lo studente scomparì. A seguito della denunzia della scomparsa di Filippo Di Pane l'auto fu rinvenuta nella via S. Elena senza alcun segno di effrazione o violenza.
Pare che il giovane facesse uso di qualche spinello. Tra i conoscenti e amici di Filippo Di Pane c'era Giovanni Barone, che era stato interrogato dai carabinieri e anche dagli agenti del commissariato di Ps di Piazza Armerina. L'allora giudice per le indagini preliminari, dott. Luigi Riganti, emise l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giovanni Barone l'8 maggio del 1995. Il gip Riganti contestava a Giovanni Barone di avere procurato, in concorso con lo scomparso Filippo Di Pane e Giuseppe Valenti, sostanze stupefacenti, di avere con mendaci dichiarazioni rese al commissariato di Ps di Piazza Armerina aiutato gli ignoti autori del reato di sequestro di persona e/o di omicidio in danno di Filippo Di Pane.
Giovanni Barone, fu condannato dal tribunale di Enna a due anni di reclusione. Successivamente appellando la sentenza la pena veniva ridotta a sedici mesi con la sospensione condizionale.
Però siccome Giovanni Barone reso una dichiarazione ritenuta mendace agli agenti del commissariato di Ps, il procuratore della Repubblica presso la Pretura circondariale di Enna, rinviò a giudizio Giovanni Barone per il reato di favoreggiamento (art. 378 c.p.) per avere negato di essere stato con Di Pane la sera del 20 marzo 1995.
Il difensore sostenne davanti al giudice monocratico che allora aveva negato quanto gli contestava la polizia per non essere accusato. Successivamente era stato arrestato ed aveva reso ampia dichiarazione per cui richiedeva al magistrato la non punibilità in base all'art. 384 c.p. Pertanto il giudice monocratico Solombrino ha giudicato non punibili Giovanni Barone applicando l'art. 384 c.p. Il caso rimane sempre aperto: si sconosce ancora che fine abbia fatto Filippo Di Pane.
E.F.