Un tazebao per l'unico impianto sportivo esistente a Valguarnera

Sos per l'unico impianto sportivo esistente a Valguarnera, lanciato dalla sezione comunale del Partito socialista italiano, coordinata dal giovane Carmelo Arena. I socialisti valguarneresi, mediante un tazebao, hanno pubblicamente denunciato lo stato di abbandono in cui versa il campo sportivo «Sant'Elena», struttura che sorge nell'omonima via, in pieno centro abitato. Nel cartellone di denuncia, rivolto alla cittadinanza, è stato sottolineato che l'impianto sportivo è inagibile ai pubblici spettacoli. Ciò, ormai da tempo, sta costringendo le due locali squadre di calcio che militano in Prima e Seconda categoria, a disputare le gare casalinghe di Coppa e di Campionato, a porte chiuse, con gravi danni per le già magre casse dei due sodalizi.
Oltre all'inagibilità, ai pubblici spettacoli, dell'intero impianto, i socialisti denunciano anche lo stato di degrado in cui è ridotta la pista di atletica, ormai piena di buche, che sorge all'interno del perimetro del Sant'Elena.
Evidenziato anche il fatto che «le porte di accesso alla struttura sportiva, giorno e notte, restano aperte, facilitando così l'opera dei vandali che stanno trasformando il Sant'Elena, in un grande orinatoio e immondezzaio».
A causa dei fatti denunciati, e per ovviare allo stato di degrado venutosi a creare, i socialisti chiedono che l'amministrazione comunale intervenga rapidamente con la custodia e manutenzione dell'impianto.
Al governo cittadino, inoltre, viene chiesto il rifacimento della pista di atletica e la realizzazione delle opere necessarie, affinché gli organi preposti possano rilasciare il tanto agognato «Certificato di agibilità ai pubblici spettacoli».
Nei giorni addietro l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gallo, impegnando una spesa di 20 milioni di lire, ha cercato di correre ai ripari ed ha affidato un incarico al Coni di Enna, per la progettazione e direzione dei lavori necessari alla ristrutturazione e messa a norma dell'impianto sportivo.
Intanto gira voce che sia sfumato un finanziamento di diverse centinaia di milioni, fondi residui di «Italia 90», che avrebbero senz'altro consentito la messa a nuovo del Sant'Elena.
Arcangelo Santamaria