Il Pubblico ministero del
processo <Ilardi>, al momento in corso presso il tribunale di Enna, ha
chiesto la condanna per quattro medici- pediatri dell’ospedale Umberto I di
Enna, accusati di omicidio colposo per la morte della piccola Michela Ilardi di
9 anni, avvenuta il 19 luglio 1996. Il p.m. Salvucci, dopo un’arringa durata
circa due ore, ha chiesto una condanna a 2 anni di reclusione per i medici Salvatore
Margani e Severino Emma ed una condanna ad 1 anno e 4 mesi di reclusione per i
medici Maria Calvino ed Edoardo Puleo. Uno degli avvocati della parte civile si
è associato alla richiesta del p.m. e per il prossimo 31 gennaio, dopo le
arringhe degli altri due avvocati della parte civile e dei difensori degli
imputati, Raffaele Palermo e Francesco Tavella, è prevista la sentenza del
giudice monocratico, Lucia Marletta. Sta quindi per giungere a conclusione un
processo durato diversi anni e che finalmente farà chiarezza sulla morte di
Michela Ilardi, figlia un minatore in pensione di Valguarnera. Michela Ilardi
morì il 19 luglio del 1996 presso la clinica pediatrica<Di Cristina>, di
Palermo dove era stata ricoverata in stato comatoso il 5 luglio, proveniente
dall’ospedale Umberto I di Enna. I genitori della piccola Michela, Filippo
Ilardi e Antonina Cascio vollero da subito fare luce sulla morte della loro
figlioletta, insospettiti da come si era evoluta l’intera vicenda. Infatti, i
quattro medici imputati avevano tenuto sotto cura, Michela Ilardi, durante il
mese precedente al suo tragico decesso. Per fare aprire un’inchiesta Filippo
Ilardi si incatenò dinanzi il tribunale di Enna ed in seguito, quando
l’andamento delle cose sembrò non convincerlo, assieme alla moglie partì per
Roma e qui si incatenò davanti alla sede del ministero della Sanità.
Quest’ultimo gesto fece si che sul caso <Ilardi>, venisse aperta
un’accurata indagine ministeriale condotta da un medico ed un farmacologo del
dicastero romano. La causa del decesso della piccola Michela era stata
individuata nella sindrome di <Reye>, una patologia caratterizzata da
encefalopatia acuta e degenerazione grassa del fegato. Al
processo<Ilardi>, sono stati ascoltati numerosi medici, ma la relazione
dei due periti, Mario Palazzo Adriano ed Edoardo Scalici, ambedue nominati dal
giudice monocratico, Lucia Marletta, in uno dei passi più salienti,
recita:<Si ritiene, allorquando il 3 luglio la bambina cominciava ad
accusare episodi di vomito, invece di prescrivere la sospensione del
Cemirit(aspirina), la piccola fosse stata ricoverata e si fosse iniziata
un’adeguata terapia, le possibilità di salvezza sarebbero state superiori>.
Invece, dopo le prime dimissioni dal nosocomio ennese, i signori Ilardi, non
vedendo miglioramenti nelle condizioni di salute della loro figlioletta,
ritornano ad Enna per una visita in day- hospital.<In quel controllo
ambulatoriale, il rilievo di una salicemia, imponeva l’immediata sospensione
del trattamento con salicilato>, scrivono nella relazione i due periti
nominati dal giudice Lucia Marletta. Michela Ilardi fu invece rimandata a casa
e gli fu prescritto un controllo medico, dopo 20 giorni. Purtroppo per la
piccola Michela le cose peggiorarono sino alla scomparsa avvenuta il 19 luglio
1996. Da quella data, sull’intera vicenda, aleggiano dubbi e sospetti su cui
verrà fatta luce il prossimo 31 gennaio, giorno della sentenza.
Arcangelo Santamaria