Pirandello e lo zolfo: mostra
di fotografie a Valguarnera
«Pirandello e lo zolfo». E'
questo il titolo della mostra fotografica organizzata dal centro
studi«Don Milani», e patrocinata dal comune di Valguarnera
e dalla Provincia di Enna.
Ancora una volta, nel giro di poco tempo, come spazi espositivi
sono stati utilizzati i saloni di palazzo «Prato»,
lo storico edificio ubicato in piazza Garibaldi che dopo diverso
tempo, grazie alle iniziative culturali promosse dal centro studi«Don
Milani», ha potuto riaprire i battenti.
Il materiale fotografico e i tanti documenti esposti, sono stati
forniti dalla biblioteca-museo «Luigi Pirandello»
di Agrigento, che fondata in occasione del cinquantesimo anniversario
della morte del drammaturgo agrigentino, si propone di divulgare
e valorizzare l'attività letteraria di Pirandello. «Pirandello
e lo zolfo», è una mostra itinerante che è
partita nel 1997 e che sosterà a Valguarnera sino al prossimo
31 agosto.
Per molti valguarneresi, visitare la mostra significa ritornare
indietro nel tempo e rivivere i tempi duri del lavoro nelle vicine
miniere di Floristella Grottacalda, Gallizzi e Spirito Santo.
Nomi che per molti, oltre a testimoniare il passaggio da un'economia
di stampo nettamente agricolo, a una di tipo industriale, rappresentano
anche l'amara realtà dello sfruttamento del lavoro minorile
dei cosiddetti «carusi».
Tempi duri quelli, quando per poche lire si scendeva nelle viscere
della terra ad estrarre lo zolfo, minerale divenuto importantissimo
dopo la scoperta fatta da Le Blanc nel 1791, quando brevettò
il metodo per la fabbricazione della soda, basato sul trattamento
con acido solforico del sale comune. Da quel momento lo zolfo
siciliano entrò in quantità consistenti nei circuiti
internazionali, rivoluzionando l'economia e la vita di tantissima
gente, che fino ad allora era stata vincolata ai poco dinamici
regimi, di tipo feudale, dei grandi proprietari terrieri.
Arcangelo Santamaria