Il 26 settembre la prima udienza
del processo che dovrà stabilire eventuali responsabilità
nel decesso della piccola bimba morta: quattro medici a giudizio.
Michela Ilardi, nove anni, fu stroncata nel 1996 dalla «malattia
di Reye»
VALGUARNERA - Si farà
il processo per stabilire eventuali responsabilità nella
morte della piccola Michela Ilardi, 9 anni, avvenuta il 19 luglio
del 1996. Ieri mattina, infatti, il gip ennese Silvia Marini ha
rinviato a giudizio quattro medici dell'ospedale Umberto I, ipotizzando per loro il reato di omicidio
colposo. I medici rinviati a giudizio sono Aldo Puleo, Maria Calvino,
Salvatore Margani e Severino Emma. Proprio domani cade il quarto
anniversario della morte della piccola Michela, deceduta alla
Clinica pediatrica dell'ospedale«Di Cristina» di Palermo.
Da quel giorno i genitori della bimba non hanno smesso di lottare
un solo momento per far sì che venisse fatta piena luce
sula morte della loro figlia. Il padre, Filippo Ilardi, e la madre,
Antonina Cascio, hanno sempre accusato i medici del nosocomio
ennese, dove la bambina era stata ricoverata, in Pediatria, prima
di essere trasportata al «Di Cristina». Filippo Ilardi,
minatore in pensione, addirittura il 16 marzo del 1999 s'incatenò
davanti al Palazzo di Giustizia di Enna, sollecitando così
l'apertura di un'inchiesta sulla morte della figlia che, a parer
suo e del medico legale Diego Geraci, era stata curata dai medici
ennesi con farmaci cortisonici e aspirina, che invece, sempre
secondo quanto sostenuto dagli Ilardi e da Geraci, non dovevano
essere somministrati e che si sono rivelati fatali per la vita
della piccola. L'ex minatore valguarnerese riuscì nell'intento
di farsi ascoltare dal procuratore della Repubblica di Enna e
a consegnare, al pubblico ministero, tutta la documentazione sanitaria
in suo possesso. La tenacia di Filippo Ilardi lo ha portato anche
a incatenarsi davanti alla sede del ministero della Sanità
a Roma e a ottenere, oltre a quella del Tribunale di Enna, un'indagine
da parte del servizio ispettivo del ministero che affidò
l'incarico a due dirigenti ministeriali, il medico Giuseppe Quintavalle
e la farmacista Maria Rita Tamburrini, i quali nel maggio dello
scorso anno consegnarono un accurato rapporto di 28 pagine.
Da sempre la tesi sostenuta dalla famiglia Ilardi e dal loro medico
legale, dottor Diego Geraci, è stata avvalorata anche dal
parere del professor Ferriere, specialista della clinica pediatrica
dell'Università Cattolica di Bruxelles, che dopo aver esaminato
tutte le cartelle cliniche della piccola Michela, diagnosticò
che la bambina era stata colpita dalla «malattia di Reye»,
un'influenza di tipo B che colpisce il sistema nervoso.
A seguito di tutto ciò, qualche mese addietro, il Tribunale
ennese aprì un'inchiesta sul «caso Ilardi»
e proprio ieri, rinviando a giudizio i quattro medici coinvolti,
ha fissato la prima udienza per il prossimo 26 settembre.
Arcangelo Santamaria