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Morgantina ... la Pompei siciliana!

 

 

Definita la "Pompei siciliana" per l’importanza che riveste per la conoscenza del mondo greco, l’antica città di Morgantina, con il suo Museo archeologico che ne ospita i preziosi reperti rinvenuti, è oggi uno dei siti più interessanti di tutto il meridione.

L’importante stazione archeologica si trova oggi su una strada di secondaria importanza, che collega Aidone a Catania passando per la Piana, ma all’epoca della sua maggiore fioritura svolgeva un ruolo importante di città commerciale, posta sull’asse di collegamento interno fra la costa settentrionale tirrenica e quella meridionale, sul mar d’Africa.

Costruita al centro di un avvallamento pianeggiante, circondato da una cresta di colline a strapiombo sui lati nord e sud, Morgantina era facilmente difendibile e aveva sotto il suo dominio vasti territori produttivi.

Distrutto il primo insediamento dei morgeti, popolazione laziale qui trasferitasi verso la fine del I millennio a.C., il centro urbano venne ricostruito intorno al secolo V a.C. e conobbe il periodo di massimo sviluppo in epoca ellenistica (IV – III secolo a. C.), sotto l’Egida del tiranno di Siracusa Agatocle. A tale periodo risale la realizzazione dell’acropoli di cui rimangono esigui resti sul monte Cittadella, a circa un chilometro e mezzo dal sito dell’agorà. Questo fu il periodo di maggiore prosperità nella storia della città, testimoniato dalle splendide case che venivano costruite su di un unico livello e si estendevano su più d’uno dei lotti originari, con pavimenti lastricati ed eleganti peristili. Durante la II guerra punica (218 – 210 a.C.) Morgantina combatté al fianco delle altre città greche dell’ex – regno di Siracusa, che nel 213 a.C. erano passate dalla parte di Cartagine e dunque contro l’antico alleato romano. 

Nel 211 a.C. venne distrutta da orde mercenarie iberiche al servizio dei romani, che la tennero in uno stato di asservimento fino al secolo I d.C., dal 50 d.C. la città è ormai abbandonata.

Prima di recarci presso il sito archeologico facciamo una visita al Museo archeologico di Morgantina che si trova ad Aidone: si tratta di un’utile introduzione alla storia e alla cultura della città. Il museo si trova in un convento dei Cappuccini restaurato, in cima ad una delle colline di Aidone. Al piano terra si trovano reperti relativi all’insediamento sulla Cittadella dell’età del ferro, insieme a frammenti di ceramiche e ad utensili in pietra appartenenti ad un villaggio risalente all’inizio dell’età del Bronzo, della cultura castellucciana, al di sotto del quartiere della seconda città a Serra Orlando. Al secondo piano del museo vi sono oggetti lavorati, risalenti all’ultima fase dell’insediamento della Cittadella, tra il VI secolo e l’inizio del V secolo a.C., vasi siculi, ceramica greca di importazione, un’ampia varietà di terrecotte architettoniche che decoravano i soffitti di vari piccoli templi. Si trova in mostra anche quanto ritrovato in grandi tombe a camera, della stessa epoca, scolpite nella friabile pietra calcarea della Cittadella: vasi importati da Sparta, Corinto, Atene e vasi modellati in forma di animali e sirene provenienti dall’Egeo orientale. 

Nel Museo di Morgantina, la seconda città, quella di Serra Orlando, è rappresentata da ceramiche domestiche (V – I secolo a.C.), dai vasi attici a figure rosse al vasellame siciliano dipinto (IV – III secolo a.C.), fino all’eleganza di piatti e coppe aretine importate dalla Toscana durante l’età augustea, appena prima che la città venisse abbandonata. Di grande interesse sono le statuette di Persefone di terracotta del III secolo a.C. Al piano terra è possibile visitare un’esposizione che illustra la vita quotidiana di Morgantina: arte e artigianato, la vita domestica, la scrittura, il commercio, i culti religiosi locali.

La Morgantina di Serra Orlando si trova due chilometri a nord di Aidone, circa 250 metri più in basso della moderna città. A 300 metri dal bivio per Aidone lungo la strada per Catania, il viottolo che oggi conduce al sito passa attraverso un taglio nella collina che segna l’ubicazione della porta occidentale della città.

La seconda Morgantina occupa un’area di 78 ettari e vi si accede da ovest: buona parte del sito è oggi occupato da giardini e uliveti. Il luogo è molto suggestivo perché lontano dai centri abitati: gli scavi, avviati nel 1955, hanno rivelato l’interessante planimetria della piazza pubblica, l’agorà, disposta su due livelli collegati da una scalinata a tre rampe che serviva anche da sedile per pubbliche riunioni.

L' agorà occupa una superficie equivalente a quella di sei isolati della città. Al livello superiore lo spiazzo è impegnato, al centro, dal blocco edilizio quadrangolare del mercato, con le tracce evidenti dei muri divisori tra una bottega e l’altra, e delimitato sui lati nord ed est rispettivamente dal gymnasium romano e da un portico (stoa), nella cui superficie si riconoscono ancora le basi delle colonne. Al livello inferiore si trova il teatro, dedicato a Dioniso, del IV secolo a.C., conservato in ottimo stato con buona parte delle pietre dei sedili e della scena; il lungo edificio che fronteggia la scena del teatro doveva essere adibito a granaio, con all’estremità sud – est le fornaci per la produzione ceramica. Sulle colline circostanti, intorno all’area degli edifici pubblici di Morgantina, sorgevano le aree residenziali, e uno di questi quartieri e raggiungibile dal portico di nord – est, percorrendo una strada lastricata dalla quale si imbocca la salita alla collina. Il quartiere è impiantato su terrazze degradanti verso l’agorà. Le case tutte di epoca ellenistica, erano con probabilità abitate dalla classe agiata, a giudicare dalla raffinatezza delle decorazioni parietali e dei mosaici pavimentali figurati, del III secolo a.C., rinvenuti negli ambienti interni. Cospicui resti di un altro quartiere signorile si possono visitare alle spalle del teatro, nella parte occidentale dell’area di scavo.

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