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IL CASTELLO DI GRESTI

“… immaginiamo una guardia in cima all’alta torre del castello di Pietratagliata, il torrione pieno svettante sopra il vasto paesaggio intorno, in cui l’unico vuoto é il vano d’una scala a chiocciola che porta alla terrazza. Stupendo castello questo di Pietratagliata o di Gresti, posto nel cuore della Sicilia, tra Valguarnera e Raddusa, nei pressi di Aidone, Morgantina, Piazza Armerina. Castello che sembra affondi le sue radici (letteralmente) nell’oscurità del tempo, in un’epoca della preistoria, che dalle sue sotterranee basi scavate nella roccia eminente sia poi – come dalla roccia stessa generato – cresciuto mano mano nelle epoche storiche, fino all’alto medioevo, fin oltre. Castello o fortilizio, di avvistamento e di difesa. Di avvistamento in quella vastità, in quegli spazi infiniti dell’Ennese; di difesa perché inserito in una via di comunicazione importante nella Sicilia feudale…” Con in testa queste parole dello scrittore siciliano Vincenzo Consolo, visitiamo adesso – avvalendoci della guida del Tomarchio e delle foto di Gino Chessari, Santino Oliveri, Emanuele Muccio, Maurizio Vetri e dello stesso Tomarchio che ci fornisce anche delle utilissime piantine – questo castello “generato dalla roccia” la cui fisionomia si inquadra splendidamente nella singolare cresta rocciosa che determina uno sbarramento della valle ove scorre il torrente Gresti, affluente del Gornalunga. Non lontano, sorgeva una volta il villaggio del Fondaco delle Canne che, come abbiamo visto in un’altra puntata di questa rubrica, fu abbandonato dai suoi abitanti quando nel 1810 fu costruita Raddusa. La suggestiva diga naturale formata dalla cresta rocciosa  altro non é che il corrugamento della crosta terrestre provocato dalla deriva dei continenti.

La sua struttura rocciosa deve poggiare su estesi strati argillosi impermeabili: nell’alveo del torrente, infatti, si trova un delizioso laghetto, detto “l’urna” che si conserva anche nel periodo estivo quando lo stesso torrente é in secca.

Anche da una sommaria visione d’insieme si percepisce subito la contemporanea presenza di svariate strutture che si sono sovrapposte ed affiancate nel corso dei secoli: grotte che furono abitazioni preistoriche, la fortezza di avvistamento e segnalazione ed infine l’ulteriore ampliamento del complesso edilizio, cioè i magazzini e le rustiche abitazioni di quella che era ormai divenuta una feudale “masseria fortificata”. L’ingresso al castello é ubicato in prossimità di una stretta curva della strada vicinale che collega Raddusa e Valguarnera. (continua)

 

(Liberamente tratto da Enzo Barnabà dal volume: Giuseppe Tomarchio, “Il Castello di Pietratagliata”, Editrice Il Lunario, Enna, 1992)