SOS OCCUPAZIONE - L'«Isca»
rischia la chiusura, le maestranze annunciano lo stato di agitazione
A rischio 70 posti di lavoro
Gli operai: «Non abbiamo più
certezze». Arena: «No comment»
Nuovi venti di crisi soffiano minacciosi sul polo tessile valguarnerese, che
nell'ultimo biennio, a causa della chiusura della «Dalcos» e della «Maestri
Siciliani», ha già perso circa 100 posti di lavoro.
Questa volta i problemi occupazionali riguardano l'opificio Isca Confezioni una
delle cinque aziende che fa parte del consorzio «Tessitalia», costituito un
anno fa, allo scopo di aiutare le aziende valguarneresi sul mercato
internazionale ed incrementare il livello occupazionale locale . A rischiare il
licenziamento sono i circa 70 dipendenti dell'azienda che fa capo al gruppo «Arena»,
dell'imprenditore Gioacchino Arena, ex presidente del consorzio Asi della Valle
del Dittaino e proprietario di una catena di supermercati sparsi in vari centri
dell'isola. Da mesi, voci che non hanno mai avuto una conferma ufficiale,
parlano dell'imminente chiusura dell'Isca. Durante il periodo estivo le
maestranze dell'opificio valguarnerese, hanno già usufruito in maniera
scaglionata della cassa integrazione ordinaria e adesso sono allarmate per
l'incertezza del loro futuro occupazionale.
«Ci avevano comunicato in maniera ufficiosa, che dal 5 ottobre l'azienda
avrebbe chiuso i battenti. Al momento, però, in un clima aziendale molto teso,
stiamo continuando a lavorare, ma viviamo alla giornata, non sapendo che cosa
accadrà domani», ci dicono alcuni operai che poi comprensibilmente adirati
continuano: «Vogliamo sapere a cosa sono serviti i soldi che l'amministrazione
comunale ha speso per agevolare il polo tessile, se poi anziché nuovi posti di
lavoro si prevedono altri licenziamenti».
Le maestranze hanno annunciato che a partire dal prossimo lunedì si considerano
in stato di agitazione e venerdì scorso, dopo avere comunicato la loro
decisione, sono stati convocati dall'azienda per una riunione urgente tenutasi
nei locali dell'opificio. A tale proposito abbiamo contattato l'imprenditore
Gioacchino Arena, che ha preferito non rilasciarci nessuna dichiarazione, mentre
il segretario provinciale della Cgil, Sigfrido Fadda, in attesa di incontri
ufficiali previsti per la prossima settimana ci dice: «Mi meraviglia che
l'intenzione dell'Isca di chiudere l'attività esca fuori solo adesso. Da circa
sei mesi in sedi ufficiali l'Isca, lamentando gli elevati costi di manodopera,
aveva annunciato l'intenzione di chiudere. Organizzazioni sindacali, operai e
associazione degli industriali da tempo sono al corrente della situazione. Ho
l'impressione che motivi non economici, ma affettivi, di immagine e di
radicamento nel territorio frenino il gruppo Arena a compiere il passo
definitivo. In incontri avuti in passato avevamo avvisato i dipendenti Isca
delle intenzioni della loro azienda. E' ovvio che siamo contro la chiusura e
nelle prossime ore oltre ad organizzare un'assemblea con le maestranze
chiederemo un incontro all'azienda».
Per la prossima settimana, quindi, si attendono gli ulteriori sviluppi di una
vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso 70 famiglie valguarneresi.
Arcangelo Santamaria